Un giorno, tanto tempo fa,
il Maestro mi disse:
" Dio come coscienza collettiva. "
Sembrava a quel tempo dei miei primi passi, come un regalo per farmi sentire meno separato.
Il dolore era una radianza del cuore per questa situazione, un dolore che non si comprendeva.
Una frase che riduceva il dolore, e che metteva in opera un sapere che dilagava nella coscienza, anche se il Mistero appariva come una Luce Promessa..
Spesso il Maestro ti lascia alla maestra-vita, da Lui programmata, " imbastisce, cuce e ricuce ", fino a quando il programma di uno o più aspetti non vengono imparati.
Nell'oggi quella frase ti fa "viaggiare" e qualunque è la "forma" che incontri sai adeguarti al Sapere consapevolmente, ed ogni progredire di questa vita o forma, ne gusti il bello che sai vedere e capire.
Certo non tutto piace, ed in questo scorgi con piacere il lavoro interiore, ancora da fare.