lunedì 23 aprile 2018

Bhagavad-Gita. Il canto del Beato.



Bhagavad-Gita. Capitolo 18. 45/46.
45-Seguendo, nelle sue attività, la propria natura, ogni uomo può diventare perfetto. Ascolta ora, ti prego, come si giunge a questo.
46-Adorando il Signore, che è la fonte di tutti gli esseri ed è onnipotente, l'uomo può,compiendo il proprio dovere, raggiungere la perfezione.

Interpretazione del libro. Tutti gli esseri viventi, come spiega il quindicesimo capitolo, sono frammenti del Signore Supremo, di cui fanno parte integrante. Come conferma il Vedanta-sutra janmady asya yatah), il Signore costituisce l’origine di tutti gli esseri e l’origine anche della loro vita.

E come afferma il settimo capitolo della Bhagavad-gita, Egli è presente ovunque con le Sue energie, esterna e interna. Si deve perciò adorarLo insieme con le Sue energie.


I vaisnava Lo adorano generalmente insieme con la Sua energia interna, poiché quella esterna è solo il riflesso distorto della prima: L’energia esterna non è che una tela di fondo, su cui il Signore, con la sua emanazione plenaria, il Paramatma, mostra ovunque la Sua presenza.


Egli è l’Anima Suprema,presente in tutti gli esseri celesti, gli uomini e gli animali, ovunque. Ognuno deve sapere quindi che, come parte integrante del Signore Supremo, ha il dovere di servirLo.


Tutti dovrebbero essere impegnati al servizio del Signore con amore e devozione, in piena coscienza di Krishna.

Questo è ciò che raccomanda il verso. Ognuno dev’essere cosciente del fatto che è Sri Krishna, Hrisikesa, il maestro dei sensi, a impegnarci in questa o quell’attività, e che i frutti di ogni attività devono essere di nuovo investiti nell’adorazione di Sri Krishna, Dio, la Persona Suprema. Mantenendo sempre questa coscienza, che è la piena coscienza di Krishna, per la grazia del Signore si potrà vedere tutto con chiarezza.

Questa è l’esistenza perfetta. Il Signore dice nella Bhagavad-gita (12.7) che Egli S’incarica personalmente di liberare il devoto che ha una tale coscienza (tesam aham samuddharta).


Giungere a questo livello costituisce la più alta perfezione dell’esistenza, ed è possibile arrivare a questa perfezione se serviamo il Signore Supremo con la nostra occupazione, qualunque essa sia.

*
Mia interpretazione.
Tutti gli esseri viventi, si intende le cellule, che costituiscono il "mattone con cui si costruisce la materia", e che nasce al confine, di quello che propriamente chiamiamo spirito, spirito e materia sono quindi contigui...e rappresentano per l'uomo il modo di vedere, per capire la struttura della creazione, che è sempre in proliferazione, la cui natura di quello che chiamiamo evoluzione, è il suo moto.

Nell'adorare il Signore spesso ci si interessa di ciò che il nostro spirito richiede, (al di la delle distorsioni della personalità degli uomini, mai perfette, ) si cerca quindi quella parte più sottile, per coniugare intuizioni per interpretarci.

Quando anche un tenue contatto avviene, si conviene per necessità di crescita spirituale, che solo il Signore può aiutarci, e quindi solo Lui adorare, si comprende allora che è parte integrante di quell'anima universale, che è in ogni uomo, animale, fiore, in ogni regno della materia, in tutto, la fedeltà all'insegnamento diventa poi cibo quotidiano.

Tutto ciò che viene imparato, va messo a frutto, perchè scopriamo in noi nuove energie e sensibilità, ed è solo con costanza che possiamo rimanere con quel contatto che tanto ci aiuta, la coscienza ci rende consapevoli del tutto nel Signore.

La liberazione da quella opacità della materia che ci imprigiona, è quel passaggio che quando si è pronti, il Signore ci libera, per quei piani di coscienza necessari.

Un cammino spirituale nel nostro tempo, non ha bisogno di particolari vestizioni, ognuno con le proprie occupazioni può arrivare al massimo della perfezione delle sue qualità che da silenti, diventano evidenti e operative.

E' la via della fede, come cosciente sapienza di entrare nel cuore di Dio, e di quel misticismo monacale che struttura una vita, qualunque è il proprio credo.











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