martedì 29 gennaio 2019

Perché Gesù dice ai suoi discepoli di non giudicare?



Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e vi sarà perdonato» (Luca 6,37).
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" E' un passo della Bibbia misterioso? Perché cosi profondo  che non si evince a prima vista? Certamente è molto profondo ad una lettura attenta".
Il fatto è che non giudicare e non condannare, riflettono leggi che vanno oltre il comune sentire, e che spingono ad una introspezione profonda, per comprendere che oltre il bene e il male, c'è per l'uomo quello stato in cui si comprende la natura meno grossolana dell'amore".
Ed allora anche quando si è presi,  da sano risentimento pensando di aver ragione, occorre comprendere che molte sono le cose che ci portano a quello stato d'animo.
Se prendiamo per ipotesi nostri punti di vista, che ci portano ad espletare giudizi e condanne… si comprenderà che l'ampliamento di essi in noi, ci porteranno in dote una maggiore lucidità nel saper osservare gli "intrighi" che si sovrappongono, e che ci possono stabilizzare la mente verso il sereno, perché la pratica di osservarci è molto dura… ma con il tempo che serve, porta a comprendere che noi siamo anche l'altro come alcuni aspetti, e quindi si imparerà a non giudicare per non giudicarci.
L'amore, concetto astratto quando non si prova, è però il motore che ci porterà fuori dalla calamita della materia morbosa, e della personalità legata a quel meccanismo automatico e istintivo, che tanto ci mette in crisi, quando non puntiamo verso una strada evolutiva di pensiero, e si rimane in pensieri stagnanti.
E' quindi importante non giudicare e non condannare… anche da subito, anche se non si è compreso appieno che bisogna non farlo, questa pratica con il tempo cambierà il modo di proporsi con gli altri, e si assisterà con maggiore calma agli eventi della vita, prima di iniziare se convinti, ad abbracciare l'Insegnamento del Maestro. Giorgio Lanciascudo Scrittore

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